Secondo i dati di aprile 2019, il nostro pianeta ospita ben 7,7 miliardi di persone, di queste 808 milioni sono vittime della fame e 36 milioni muoiono, mentre 1,5 miliardi soffrono di sovrappeso o obesità. Da quanto dimostrano i dati, il cibo prodotto è in abbondanza ma di 4 miliardi di tonnellate di alimenti, circa 1/3 viene buttato via ancora perfettamente commestibile. Lo spreco di cibo si verifica in ogni settore: dalla produzione agricola al consumo casalingo e purtroppo le conseguenze sull’ambiente sono tante al punto che i capi di Governo di diversi Paesi hanno dovuto adottare nuove strategie per ridurre l’impatto ambientale.
Qualcosa si sta muovendo anche nel nostro Bel Paese con la legge 166, ovvero la Legge Gadda, gli sprechi alimentari stanno diminuendo, si getta dunque, poco o niente basandosi sul concetto di riciclo alimentare.
C’è chi ha pensato di creare aziende a km zero, chi ha deciso di ristrutturare la propria location facendo riscoprire ai clienti i sapori della cucina tradizionale, e chi invece adotta proprio il riciclo alimentare, ovvero, utilizzare per una seconda gli alimenti già impiegati in precedenza: la percentuale di scarto in questo caso, dunque, si avvicina quasi allo zero. Tuttavia, i numeri ancora oggi ci dicono che bisogna fare tanto perché parlare di cucina “no spreco” è ancora troppo presto.
Consumo sostenibile: quali sono le associazioni che hanno deciso di aderire a questa nuova tendenza
Navigando tra le varie pagine web abbiamo scoperto che la più famosa e celebre è Just Eat, che da poco tempo a questa parte, ha deciso di realizzare un Ristorante Solidale avvalendosi della collaborazione della Caritas Ambrosiana. È nata poco tempo fa ma, nonostante ciò, moltissime sono le associazioni che vogliono intraprendere
lo stesso percorso. Al momento sono 14 i ristoranti che hanno aderito a questo utile quanto efficace progetto.
In pratica, si tratta di una sorta di food delivery solidale; attraverso una serie di appuntamenti fissi gli addetti ai lavori hanno il compito di preparare le eccedenze alimentari di materie non consumate quali pane, prodotti freschi e consegnarli poi al Refettorio Ambrosiano.
Secondo i dati pubblicati, pare che 450 persone grazie a questo progetto, hanno usufruito di questi alimenti anziché destinarli nei bidoni della spazzatura. C’è invece chi ha deciso di creare un’altra iniziativa per contrastare lo spreco alimentare come il caso di Regusto. Si tratta di un sistema grazie al quale è possibile far incontrare domanda e offerta mediante un’apposita app mettendo in comunicazione reale chi vende alimenti in eccedenza o destinati alla scadenza e chi vorrebbe acquistarli ad un prezzo bassissimo.
L’attenzione di un consumo sostenibile non riguarda solo il settore alimentare
L’impegno verso tutto quello che riguarda un consumo ecosostenibile non è mirato al solo settore alimentare; non a caso si è pensato di realizzare a tal riguardo una gamma di prodotti per l’arredamento eco-sostenibili pratici ed estremamente funzionali. Sono stati impiegati diversi materiali riciclati quali, cartone, metacrilato, vetro, modulabili tra di loro al fine di dare vita a creazioni personalizzabili ma di ottimo impatto visivo. La prima regola, dunque, per contrastare lo spreco è quello di fare cose buona ma di qualità e il nostro Bel Paese a quanto pare sembra esserne all’altezza in ogni settore. La strada è ancora lunga, ma di sicuro con le azioni comuni si potrà migliorare moltissimo la situazione ambientale.